Da Laura Ma Deva Premda

La Depressione ed il “Lato oscuro” del secondo chakra
Premetto che intendo la parola “oscuro” non come “negativo, malefico, dannoso” ma nel senso di “poco conosciuto”.
Serve poi un chiarimento: TUTTI i chakra hanno un “lato luminoso ed un lato oscuro” esattamente come la Luna, della quale vediamo solo una metà mentre l’altra metà è perennemente in ombra… rimanendo quindi “sconosciuta”.
Sappiamo che il secondo chakra, Svadhisthana, è il centro energetico della Pancia ed è quello “della Sensualità”, preposto ai Sensi ed alla percezione delle Emozioni: è proprio lui che ci permette di sentire la Gioia in tutte le sue sfumature (Entusiasmo, Leggerezza, Eccitazione…) e Dolore-Paura-Tristezza-Rabbia; il suo elemento è l’Acqua e la sua caratteristica principale è la Fluidità, ossia la capacità di “fluire” nelle situazioni più varie.
Pochi lo conoscono a fondo, in genere si parla solo del suo lato luminoso (come la Luna, ricordate?) nel quale proviamo le Emozioni che ci fanno stare bene, dimenticando che proprio in questo chakra, nel suo "lato oscuro", ci sono anche le Emozioni che ci fanno soffrire.
Quando una situazione ci causa ad esempio Tristezza ed abbiamo il secondo chakra denso, immobilizzato ed intasato, cadiamo nel "lato oscuro" e ci restiamo invischiati, bloccati in quella Emozione come se avessimo i piedi nelle sabbie mobili, rischiando di affondarci lentamente sempre più... fino ad uno stato di Depressione profonda, che in senso figurato è quando siamo completamente coperti dalla melma, totalmente incastrati ed immobili nel Buio del lato oscuro del secondo chakra.
Se invece il nostro secondo chakra è libero e sciolto ci farà sì sentire la Tristezza in modo chiaro e totale, ma essendo fluido non ci catturerà ne’ tratterrà in quell'Emozione.
Nella nostra Società la Depressione viene considerata una Malattia, spesso curata con psicofarmaci.
E se invece provassimo a cambiare punto di vista e considerarla solamente una dis-armonia del secondo chakra?
La "salute" del nostro secondo chakra è importante, ed il prossimo quesito perciò sarà:
"come" mantenerne la fluidità o, se denso ed intasato, come farlo tornare "sano" ?
La maggior parte delle persone usa o conosce i metodi dello Yoga e del Buddhismo, secondo i quali tutte le emozioni che ci fanno star male vanno portate nel chakra del Cuore per venire là trasformate. Secondo lo Yoga, infatti, continuando a "portare le Emozioni nel Cuore" otterremo che il secondo chakra si alleggerirà. Inoltre ci sono delle Asana specifiche per sollecitare tutta la zona corporea sede di questo chakra.
Nel Tantra invece si lavora in modo diretto sul secondo chakra.
Nei Metodi del Tantra si vanno ad esplorare entrambi i lati del secondo chakra e attraverso esercizi e Rituali specifici lo si “allena”, così come possiamo allenare l’apparato muscolare del nostro Corpo. L’obbiettivo è la Fluidità, ossia la capacità di passare in pochi secondi dal lato oscuro al lato luminoso. Contemporaneamente ci si "allena" a riconoscere in quale lato si è, così che il passaggio sull'altro lato sia un semplice atto volontario.
Ricordiamoci che la méta finale del Tantra è la Consapevolezza: quando si è consapevoli delle potenzialità del secondo chakra e capaci di tenerlo in buona salute, si sarà padroni della propria vita.
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